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Il viaggio prende forma...


Il 2018 è cominciato nel migliore dei modi. Tantissimi ristoranti hanno aderito al progetto, e finalmente possiamo dirlo: ad aprile e maggio partiremo per il nostro giro d'Italia alla scoperta dei sapori locali. Io e Paolo siamo sorpresi e commossi dalla moltitudine di messaggi d'affetto che ci sono giunti: l'alimentazione selettiva non è un disturbo conosciuto, ha suscitato quindi molte domande curiose. Ma, nel complesso, spiegare quanto sia grave il mio problema col cibo non è stato difficile, e aprirmi mi ha aiutato a capire che non sono sola e che ce la posso fare. Per la prima volta nella mia vita so che è così. Sento che questa avventura sarà fantastica perciò, anche se sono preoccupatissima di non riuscire ad assaggiare niente, l'entusiasmo è alle stelle: visiteremo luoghi che non abbiamo mai visto prima (paesi come Bevagna, Alba, Collodi, Capalbio, Brisighella, ma anche grandi città, come Ferrara, Agrigento, Aosta, Firenze...) e conosceremo tante persone che hanno a che fare col cibo da anni e anni. Lina Alongi, della Cantina Barbagianni, ci scrive "il vostro progetto ci sembra bellissimo. Con piacere vogliamo contribuire mettendo a disposizione il nostro ristorante e la nostra cucina"; Sara, di GattaCiCova ci ha scritto: "Inconsapevolmente supportiamo la vostra causa ogni giorno, sarà un piacere conoscervi!"; con Chiara Conti, dell'Osteria della Fonte, ho avuto una lunga e piacevole conversazione telefonica; Carmine Bellino della Trattoria dall'Oste dice: "trovo che il vostro progetto sia molto interessante e ben si sposa con la nostra filosofia di fare ristorazione"; Maria Concetta Monaci de Il Frantoio, invece, ci ha scritto: "Mi piace l’idea che si tratti di un modo intelligente per portare a galla un problema della nostra società, esaltando nel contempo la nostra tradizione e la grande varietà culinaria. Quindi, con la condizione di non dover torturare la povera Francesca, sarei felice di partecipare al progetto". Non prometto nulla - potrebbe effettivamente essere una tortura per me, ma in senso positivo: non ho mai fatto niente di mia spontanea volontà per cercare di guarire, mentre ora sono cosciente e pronta ad affrontare tutto con un coraggio che non credevo nemmeno di possedere. Non sono sola.

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