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Sospesi nel tempo: cena all'Osteria del Leone (Bagno Vignoni)


Durante il nostro viaggio alla scoperta dei sapori italiani ci siamo ritrovati in un luogo incantato, che mai avremmo pensato di vedere e di cui fino a ieri non conoscevamo l'esistenza: Bagno Vignoni è un antico villaggio costruito attorno a una piscina termale e con solo 30 abitanti residenti. In questo borgo si trovano strutture alberghiere che offrono servizi termali e spa, una libreria molto fornita e questa incredibile osteria che sembra essere uscita da un racconto medievale, tanto che l'insegna è consumata e a malapena leggibile. Questo perché a Bagno Vignoni il tempo si è fermato.

In un contesto da romanzo fantasy, sorge l'Osteria del Leone: il personale che la gestisce ci sta aspettando e ci accoglie a braccia aperte! Lo chef Andrea è un ragazzo della nostra età, la cameriera e la responsabile anche; ci sentiamo subito a nostro agio, mentre veniamo fatti accomodare in una saletta molto intima e ricca di particolari graziosi, come una vecchia statuetta di un leone in pietra, lavagne con frasi importanti, bottiglie di vini preziosi in esposizione. Io e Paolo ci prendiamo per mano, sentiamo che anche questa serata sarà speciale e molto romantica. Ecco com'è andata la nostra cena all'Osteria del Leone!

Il Ristorante: nel cuore di Bagno Vignoni, affacciata proprio sulla vasca termale che fà da "piazza" a questo magico borgo della Val d'orcia, l'Osteria del Leone vi attende per una sosta all'insegna dei sapori del territorio. Non potete sbagliare: questo ristorante si trova proprio davanti alla vasca rettangolare dalla quale sgorgano le acque termali calde e fumanti - che giungono dalle falde sotterranee di origini vulcaniche e che conferiscono a questo posto un fascino unico al mondo!

L'ambiente: l'osteria è divisa in quattro salette interne, ma c'è anche la possibilità di mangiare in un giardino esterno - aperto solo d'estate. In generale, l'ambiente è rilassante e avvolto da mistero antico. Forse potrà sembrarvi tutto un po' spartano e con luci tanto soffuse, ma è così che deve essere per un'osteria che si trova in un contesto pregno di storia come questo! L'Osteria del Leone, come testimoniano i documenti d'epoca, ha accompagnato da sempre il borgo di Bagno Vignoni, ed è situata in una delle case più vecchie del villaggio.

La cucina: lo chef Andrea Caporicci offre una gustosa cucina tipica toscana, interpretata con tecniche moderne e abbinamenti ricercati, mostrando una grande voglia di osare e di giocare nei suoi piatti. Ovviamente il menù varia mensilmente per accompagnare l'andamento delle stagioni, e vi si trovano quasi sempre i grandi"classici", i piatti legati al territorio, come i pici - fatti rigorosamente a mano - o la bistecca fiorentina.

Le impressioni di Paolo: per cominciare ci viene offerto un cestino di vari tipi di pane fatto dalla casa, ovvero la focaccia (detta ciaccia), pane alle olive, pane alla cipolla e grissini toscani. Arriva il prosciutto crudo di cinta senese, tagliato al coltello, molto salato e con retrogusto pepato. Si continua il percorso degustativo con un paté di fegatini di pollo sfumato al vin santo, con pan briosche toscano, cipollotto e fiori di campo. Il paté é un’esplosione intensa di sapore che riempie ogni angolo del palato, delicato e squisito, il cipollotto è agrodolce e i fiori danno quella nota particolare ed inaspettata. Segue una Tartara di chianina e olive taggiasche su zoccolo di ricotta, salsa leggera di alici accompagnata da petali colorati. Spettacolare abbinamento dell’eccezionale carne marinata con la salata salsa di alici, in contrasto con il sapore forte delle olive e la morbidezza del letto di ricotta. Fino a qui sono soddisfatissimo e curioso di vedere come andremo avanti. Ecco un primo piatto: pici di pasta fresca tirata a mano, all'amatriciana con ragù di pomodoro al guanciale di cinta senese e parmigiano. La pasta è saporita e al dente, il ragù intenso e corposo, si sente tanto il guanciale così come il parmigiano. Come secondo abbiamo una guancia di maialino cotta al vino rosso su letto di polenta: una carne dalla cottura lentissima, così tenera che si scioglie in bocca, e la salsa al vino non è per niente acida - che sorpresa! Concludiamo con un dolce sublime: una cheese cake e lemon curd! Insomma, per me si è trattato di un percorso degustativo d'eccellenza, con combinazioni particolari e azzeccatissime. Le impressioni di Francy: inizio mangiucchiando qualche grissino e assaggiando il pane alle olive, mentre evito accuratamente di toccare il

pane alla cipolla. Non riesco a farmi piacere il prosciutto di cinta senese tagliato al coltello perchè penso che preferirei fettine più sottili - per motivi che mi sono sconosciuti. Arriva il paté di fegatini e inorridisco alla sola parola 'fegatini', per non parlare dei fiori di campo... la ragazza al servizio mi garantisce che sono commestibili, ma la sola idea di mangiare dei fiori è davvero fuori dal mio mondo. Mi rendo conto che sto rifiutando tutti gli assaggi e mi scoraggio. Purtroppo anche con la tartara di chianina mi 'fa strano', non riesco a gustarmi della carne cruda, dentro di me penso che vorrei mangiarla cotta a puntino. Invece mi piace moltissimo la salsa alle alici! A questo punto sono l'unica cosa che ho davvero gustato... la ragazza al servizio, Raluca, si mostra un po' preoccupata per me, perché non sto mangiando nulla, ma cerco di rassicurarla: lo scopo di questo viaggio-terapia è proprio quello di farmi uscire dai miei schemi, dalle mie abitudini alimentari, e darmi la possibilità di assaggiare cose nuove. Lei, super simpatica e davvero carinissima, capisce la mia situazione e mi racconta alcuni suoi annedoti personali, riuscendo a mettermi di buonumore nonostante il mio stomaco brontolante. Neanche all'arrivo della pasta, la mia fame viene soddisfatta... sono pici ricoperti di ragù, e nonostante il profumo meraviglioso, non riesco a fare altro che ripulire alcuni pici dal sugo - proprio non riesco a sbloccarmi dal mio rifiuto del pomodoro - e mangiarne due o tre con poca voglia. Sento che il mio palato non è pronto per questa sfida. Sorpresa delle sorprese: riesco con molta facilità a mangiare la guancia di maialino, trovandola buonissima! La polenta invece mi sembra pastosa e non la gradisco molto. Alla fine arriva anche un dolcetto speciale, una bavarese al pistacchio di Bronte e yogurt di pecora su zuppetta di lamponi. La adoro tanto che vado a complimentarmi con la cuoca che lo ha realizzato! Cosa ci è piaciuto di più: sicuramente la location, perchè mangiare in un posto del genere, alla 'Game of Thrones', probabilmente non ci ricapiterà mai più. Ma anche lo staff ha reso speciale la nostra cena all'Osteria del Leone: tutti i ragazzi sono stati fantastici con noi, e davvero molto comprensivi, gentili e disponibilissimi anche di fronte alle nostre strambe richieste. Raluca si è persino offerta di farci da guida turistica notturna, accompagnandoci a vedere le vasche in cui gli antichi romani più 'ricchi' amavano farsi il bagno di acque termali. Anche Sara è stata dolcissima e molto efficiente. Lo chef Andrea ci ha persino svelato un suo segreto in cucina, cosa che abbiamo molto apprezzato. Non potevamo desiderare un personale migliore e un'ambientazione più scenografica!

Giudizio finale: meritatamente segnalati dalla guida Michelin, questi ragazzi mettono il cuore e una grande ricercatezza e cura in quello che fanno. La qualità del servizio è indiscussa. Le proposte in menù sono variegate, e possono accontentare davvero tutti. Se vi trovate nei dintorni della Val D'orcia, fermatevi a mangiare in questa osteria perché difficilmente troverete qualcosa di più genuino e affascinante.

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