Tradizione, storia e arte a "Il Frantoio" di Capalbio
- Francesca
- 25 apr 2018
- Tempo di lettura: 5 min
Arriviamo in una cittadina medievale nella provincia di Grosseto, in Toscana: si chiama Capalbio, e ce ne innamoriamo subito. Non per nulla scopriamo che è stata soprannominata 'la piccola Atene': mura merlate, portoni antichi in legno e ferro, affreschi rinascimentali, scorci pieni di storia e antichità... passeggiamo per le vie del centro storico, c'è il tramonto, e siamo completamente rapiti dall'atmosfera che si respira.


Raggiungiamo quindi il locale che ha aderito al progetto: Il Frantoio. Con un sorriso, ricordo l'email che mi aveva inviato Maria Concetta Monaci, una dei soci del ristorante: "Devo dire che provo simpatia e un po’ di apprensione per tutte quelle persone costrette al tasting forzato, e che provo paura all’idea di ingozzare quelli che avvertono e vivono un vero disagio. Non riesco ad immaginare la risoluzione della patologia attraverso questa tecnica [...] Quindi, con la condizione di non dover torturare la povera Francesca, sarei felice di partecipare al progetto..." Non sono stata torturata, ci tengo a dirlo. Tutt'altro! Abbiamo 'assaggiato' le tradizioni e le specialità del luogo, e ve le vogliamo raccontare a 360°. Ecco com'è andata la nostra incantevole, incredibile cena a Capalbio! Non verrà mai dimenticata, questo è poco ma sicuro...
Il Ristorante: "Il Frantoio" è uno storico locale di Capalbio. L’ antico frantoio del paese, restaurato e arredato in modo ammirevole, accoglie due ampie sale (di cui una per i fumatori) e un bar dal lungo bancone che viene riccamente apparecchiato all’ora dell’aperitivo. Negli ampi spazi sono anche accolte una boutique ed una piccola libreria, curata con grande attenzione da Maria Concetta Monaci, che si occupa anche della programmazione e realizzazione degli eventi culturali che si svolgono nelle sale realizzate allo scopo, all’ultimo piano della grande struttura.
L'ambiente: accogliente e confortevole, questo frantoio dall'esterno sembra quello che non è. Bisogna varcare la soglia per capire quanto sia estremamente bello, curato nei dettagli, e sorprendente: infatti, oltre al bellissimo bar in stile vintage, scopriamo una libreria posta accanto all'ingresso, una boutique molto chic con ampia scelta di abiti e accessori femminili, e infine la spaziosissima galleria d'arte! La sala in cui si cena, in generale, è molto romantica, rilassata, formale e ricca di fascino. Nelle sere d’estate ci si può perfino accomodare nel giardino del frantoio, immerso negli ulivi, nei tavolini illuminati dai lumi di candela.
La cucina: menù ricercato, di carne e di pesce, che rielabora la classica cucina del territorio; le specialità sono quelle toscane, ma non solo. Inoltre, sono disponibili portate pensate apposta per i vegani, segno di grande attenzione per tutti i tipi di clienti. Anche la carta dei vini è ben pensata, molto ampia e interessante.


Le impressioni di Paolo: per accoglierci al meglio, Maria Concetta ci propone da subito l'Acquacotta, una zuppa della Maremma, piatto povero tipico del luogo fatta con olio, cipolla, sedano, basilico, peperoncino, pomodori, pane raffermo, una base di parmigiano e un uovo in camicia cucinato nel brodo. Ottimo profumo, all’assaggio sento immediatamente il gusto della cipolla e del sedano, poi una nota piccante rimane nel palato. Quando l’uovo si rompe, il sapore si fa più intenso e delicato, il pane ammorbidito nel brodo é perfetto e si sente anche il formaggio. Il primo piatto che arriva per Francesca è perfetto per lei: correggioli cacio e pepe, ovvero pasta fresca all’uovo spessa, una sorta di spaghettone alla chitarra. Maria Concetta ci spiega che i correggioli erano i lacci di cuoio per gli scarponi, stringhe robuste a sezione quadrata, e che le massaie di Capalbio, fin dall'800, ne adottarono la forma in cucina, creando degli spaghettacci con la pasta fresca tirata a forza di braccia. Li assaggio da Francy, e sento l'inconfondibile sapore del formaggio unito alla nota piccante del pepe; la pasta é al dente ed é intrisa di gusto. Io, invece, ho dei tagliolini di pasta fresca ai carciofi con pancetta croccante. Si sente molto il sapore del carciofo, davvero delicato e gradevole. Secondo piatto: un peposo dell’impruneta, accompagnato da verza stufata; si tratta di uno spezzatino di carne di manzo cotto al forno con molto pepe, poco pomodoro e vino rosso. Come contorno abbiamo dei fagiolini speciali, lessati secondo una ricetta locale. Trovo davvero morbida e saporita la carne, si sente tanto il vino che non è un male! Verso fine serata abbiamo conosciuto meglio il cameriere Saverio, un ragazzo spontaneo, alla mano, pieno di consigli da darci e di storie da raccontarci. Abbiamo scherzato insieme ed è stato un piacevole incontro! Poi la titolare ci ha accompagnato al piano di sopra per darci un piccolo, gradito pensiero (un sacchetto del Frantoio pieno di biscottini!) e per farci vedere dove espongono le mostre degli artisti della zona. Restiamo impressionati, tanto che ci fermiamo qualche minuto a visionare le opere esposte - ovvero "INSULAE", una metafora contemporanea a cura di Marco Delogu & Dimitri Angelini.


Le impressioni di Francy: arriva l'Acquacotta e mi spavento per i troppi ingredienti. C'è tanto, tutto insieme. Lo lascio a Paolo, ma gli chiedo di tenermi gentilmente il brodo che resta sul fondo da assaggiare. Quello riesco a mangiarlo, mi ricorda una minestra ma molto più ricca di sapori, il fatto che sia liquida l’ha resa più facile da 'ingerire'. Mi sento un po' scoraggiata per questo inizio, ma Maria Concetta è super gentile e disponibile, si ferma spesso a chiacchierare con me, e mi fa sentire subito meglio. Mi porta quindi un piatto di pasta cacio e pepe... mai mangiata prima, sento il fuoco in bocca ma è una sensazione piacevole. Tuttavia finisco da sola una bottiglia di acqua, mi sembra di dover spegnere un incendio dentro di me. Chiedo quindi a Paolo uno scambio, e mangio la sua pasta con carciofi... la sento 'verdurosa', ma molto più delicata, quindi riesco a finirla facilmente. E' un sapore che non mi dispiace affatto! A questo punto mi sento sazia, perciò assaggio quasi a forza la carne del peposo, e non gradisco affatto la verza e i fagioli. Ma, per oggi, i miei sforzi sono stati tanti e mi sento avanti di un altro gradino... a piccoli passi sto scalando le mie paure. Merito delle persone stupende che sto incontrando durante questo cammino, e Maria Concetta e il cameriere Saverio sono fra loro. La gentilezza, i consigli, la disponibilità, la comprensione del mio problema, e il loro dolcissimo dono in forma di dolcetti sono solo alcune delle cose che mi porterò nel cuore.

Cosa ci è piaciuto di più: l'attività di ristorazione de Il Frantoio, accompagnata alle attività culturali nello spazio espositivo annesso al ristorante, al bel punto vendita di capi femminili di qualità, al piccolo corner per la vendita di libri... rende questo luogo un angolo di grande interesse. Ci è piaciuto tanto mangiare qui, ma anche curiosare fra i libri, fra i vestiti e ammirare l'esposizione del momento nella galleria d'arte. Un locale davvero originale, pieno di cultura, tradizione e... beh, soprattutto il buon cibo di Capalbio.
Giudizio finale: Ado e Maria Concetta sono stupendi padroni di casa, vi faranno gustare dei piatti prelibati, dei sapori apparentemente semplici ma in realtà molto sofisticati, accompagnati da una carta di vini eccellente. Qualità, eleganza e cortesia: c'è tutto, e c'è l'Arte... al Frantoio si gusta anche quella! Da provare assolutamente se vi trovate a Capalbio o nei dintorni.

Francesca insieme a Maria Concetta, nello spazio espositivo de Il Frantoio
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